
Ditta individuale e regime forfettario (ex regime dei minimi): come funziona e quali vantaggi
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Regime dei minimi: come funziona
Caro imprenditore, hai deciso di avviare la tua attività ma i costi di apertura e gestione di una società ti spaventano?
Non ti preoccupare, anche per i micro-imprenditori c’è sempre una soluzione, e forse il regime forfettario (anche noto come vecchio regime dei minimi) potrebbe fare al caso tuo.
La legge n. 190/2014 ha mandato in pensione il noto regime dei minimi per fare largo ad un nuovo regime fiscale agevolato che prende il nome di regime forfettario.
Questo è un regime fiscale che gode di un carico tributario agevolato e permette di ridurre sensibilmente i costi di gestione ed amministrativi e quindi anche gli adempimenti fiscali richiesti.
Regime forfettario: a chi è rivolto?
Il regime forfettario è indicato per chi ha un’idea imprenditoriale e deve partire da zero ma almeno all’inizio non prevede un business con grossi fatturati e pochi costi. Quindi possono accedere a questo regime fiscale agevolato le persone fisiche che svolgono attività d’impresa (come ditta individuale) o come liberi professionisti e che rispettino determinati requisiti che ora vedremo insieme.
Quali requisiti bisogna avere?
- Possono accedere al regime forfettario tutte le persone fisiche che nell’anno precedente abbiano conseguito ricavi o compensi non superiori a 65.000 € complessivi
- Non abbiano sostenuto spese superiori ai 20.000 € lordi
Regime forfettario come funziona e quali sono i vantaggi
Semplicità: sicuramente la semplificazione è il primo vantaggio legato a questo tipo di regime, quindi meno adempimenti fiscali, meno burocrazia e procedure più semplici.
Economico: come abbiamo visto i costi di gestione sono minori, quindi è più economico.
Tassazione agevolata: infatti per i primi 5 anni è prevista un’imposta sostitutiva del 5% (flat tax) calcolato sul fatturato generato tenendo conto della percentuale di redditività che varia in base al tipo di attività svolta. L’unico limite è quello di non superare i 65.000 € di fatturato. Per fatturati annui compresi tra i 65.000 € e i 100.000 € invece la tassazione sale al 20%.
L’imposta ridotta al 5% riguarda quei soggetti che rispettano i seguenti requisiti:
- Non bisogna aver esercitato nei 3 anni precedenti alcun tipo di attività imprenditoriale nemmeno in forma associata o familiare
- L’attività non deve essere una continuazione di un’attività svolta in precedenza sia come dipendente che come lavoratore autonomo a meno che questa non sia una pratica obbligatoria richiesta per svolgere la professione.
- Se l’attività è una prosecuzione di attività svolta in precedenza da un altro soggetto.
Riduzione dei contributi INPS al 35%. Contribuzione INPS ridotta del 35% per artigiani e commercianti. Chiunque decida di aprire una partita IVA è tenuto ad iscriversi alla gestione separata INPS, mentre chi aderisce al regime forfettario deve iscriversi alla gestione INPS artigiani e commercianti, avendo anche l’obbligo di iscriversi alla Camera di Commercio.
Nessun obbligo di fatturazione elettronica: questo tipo di regime non richiedere l’adesione alla fatturazione elettronica, quindi non ci sono costi da sostenere per programmi di gestione e conservazione delle fatture.
Quindi, caro futuro imprenditore, sicuramente il regime forfettario può essere una valida soluzione, ma come dico sempre, bisogna valutare il tuo caso specifico per sapere se effettivamente è la scelta migliore per te e non sempre la soluzione più economica si rivela quella più vantaggiosa a livello fiscale nel tempo.
Valuta anche se l’apertura di una società di persone è effettivamente la soluzione che fa per te o se, invece, una società di capitali, anche se più onerosa, ti offre più vantaggi. Se vuoi saperne di più leggi il mio articolo “Come funziona la tassazione di una Srl”, sono certa che ti chiarirà meglio le idee a riguardo.
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