
Emergenza coronavirus: come affrontare questa prova difficile se sei un imprenditore
Sono giornate difficili queste per l’Italia. Ognuno di noi è in attesa col fiato sospeso, molti sono sopraffatti dal senso di inquietudine e di inettitudine legata allo stop forzato al quale siamo stati chiamati.
In questo momento sono sicuro che molti imprenditori si staranno chiedendo anche tu come ripartire dopo l’emergenza coronavirus.
Questa situazione ci dimostra che ci sono delle priorità nella vita, che a volte dobbiamo compiere delle azioni che vanno al di là del nostro interesse personale per un bene più grande, in questo caso, quello dell’intera popolazione e del mondo intero.
Siamo tutti uniti, insieme per combattere un nemico invisibile. Il coronavirus è una sfida per tutti noi, il sacrificio richiesto enorme. L’unica cosa che possiamo fare in questo momento è fare del nostro meglio e cogliere l’occasione per riflettere, tirare le somme del nostro operato e capire in futuro, una volta che l’emergenza coronavirus sarà rientrata, come migliorare le nostre vite sia come individui che come imprenditori.
Se vuoi conoscere il metodo su come ripartire dopo l’emergenza Coronavirus continua nella lettura.
È per questo motivo che sento l’esigenza di fare una diretta su Facebook Giovedì 19 Marzo alle ore 12:30 sulla mia pagina facebook in un momento così particolare.
Ogni giorno mi scrivono centinaia di imprenditori disperati perché per loro fermarsi vuol dire mettere in pericolo la vita delle loro stesse aziende. E li capisco, le loro paure sono anche le mie e sono comuni a tutti gli imprenditori. Non è semplice ma c’è sempre una soluzione.
È in momenti di crisi come questi che pianificare il proprio business si rivela la scelta vincente, avere una strategia per far fronte agli imprevisti è l’unico modo per poter affrontare al meglio situazioni come queste. Molti non lo fanno proprio perché gli imprevisti sono casi rari ed eccezionali. Ma voglio farti una domanda, caro imprenditore, tu sai quanto a lungo può sopravvivere la tua azienda senza incassare, senza produrre? Hai mai fatto una previsione di quanto costa tenere in vita la tua azienda?
Come ben sai, la liquidità è il polmone che tiene in vita la tua impresa, essere in grado di mettere a punto un piano per accantonare dei fondi da destinare in situazioni come queste è sicuramente l’ancora di salvezza.
Fare un piano economico previsionale ti permette di sapere quanto denaro puoi accantonare ogni mese per far fronte alle emergenze e quanto ti costa mantenere in piedi la tua azienda. Grazie a questo tipo di pianificazione sarai in grado di sapere con certezza quanto a lungo è in grado di resistere la tua azienda se, per qualsiasi motivo, dovessi chiudere l’attività e bloccare la produzione.
Contenuti
Come conoscere il costo di mantenimento della tua azienda?
Per conoscere quanto ti costa mantenere in vita la tua azienda non devi fare altro che fare un conto economico previsionale che prevede gli incassi che l’azienda è in grado di generare sottraendo i costi ed altre spese che l’azienda deve sostenere, nei 12 mesi dell’anno solare.
In questo modo potrai sapere precisamente di quanto ossigeno ha bisogno la tua azienda per respirare.
Detto questo, io so che molti imprenditori purtroppo non sono abituati ad avere un’attività di controllo e gestione di questo tipo, la prima cosa da fare è sicuramente cambiare mentalità e ricordare che la prevenzione è la migliore cura. Se non hai fatto nulla per prevenire eventuali imprevisti, allora il mio consiglio è quello di essere cauti in questo momento così delicato. Una mossa saggia è ridurre gli ordini al minimo e osservare come va il mercato per cogliere i segnali giusti e capire verso quale direzione andare.
Molti di noi sono, giustamente, spaventati dall’emergenza coronavirus e questo stato d’animo influisce anche sulla nostra capacità di giudizio, per questo motivo una corretta attività di pianificazione ci aiuta a ridurre al minimo i margini di errore. Il conto economico previsionale permette di analizzare la tua azienda in modo razionale, utilizzando i numeri senza lasciare spazio all’emotività ed è per questo che spesso si rivela un vero e proprio salva vita.
Lo smart working: la nuova frontiera del mondo del lavoro in Italia.
Un altro aspetto che vorrei portare alla vostra attenzione riguarda lo smart working. Se ne parla molto soprattutto in merito ai lavori legati al mondo digital ed oltreoceano è una pratica già molto diffusa ma che fatica ad attecchire in Italia.
Il nostro è un approccio arcaico basato sulla quantità di ore lavorate più che sul risultato. Si lavora tante ore ma non si premia la produttività e la libertà di essere produttivi lavorando ovunque si voglia. Il dipendente va in ufficio perché è l’unica garanza che ha di ricevere lo stipendio anziché lavorare per risultati dove il suo stipendio non dipende dalle ore lavorate ma dal valore aggiunto che è in grado di apportare all’azienda.
Questo sistema non al passo coi tempi, inizia a scricchiolare e la situazione odierna ne è la prova provata. Moltissime aziende si trovano in difficoltà proprio perché non sono attrezzate nel gestire questa modalità operativa di lavoro alternativa al classico lavoro in ufficio.
Lo smart working, nel frangente odierno invece, permette a molte aziende di continuare a produrre e di portare avanti il proprio lavoro. Non dimentichiamo che il settore terziario, quello legato ai servizi e che meglio si presta allo smart working, è un settore in continua espansione in Italia ed è il più importante per il nostro Paese. Implementare lo smart working su larga scala nei settori dove questo è possibile, permetterebbe a moltissime aziende di far fronte anche a situazioni anomale come questa.
È evidente quindi come una grande parte delle aziende, se opportunamente attrezzata, possa introdurre lo smart working come modalità operativa di routine superando la mentalità secondo cui un dipendente viene retribuito per le ore di presenza in ufficio anziché per la sua produttività e venga premiato invece per gli obiettivi che è in grado di raggiungere, liberandolo così da dei vincoli fisici che a volte possono essere controproducenti.
Lo smart working è una modalità sempre più apprezzata dalle grandi aziende e dalle start up, in linea con il grado crescente di digitalizzazione, e molto utile quando bisogna limitare i costi fissi. Sicuramente il fattore comodità è un’altra delle forti motivazioni che spinge le aziende a prediligere questa modalità ma è anche frutto dell’esigenza sempre più forte di conciliare al meglio vita privata e vita lavorativa.
Il grafico di seguito mostra come lo smart working viene sempre più adottato da realtà strutturate, che sono quelle che, di fatto, devono sostenere maggiori costi.

Fonte Politecnico, Osservatorio smart working.
Non dimentichiamo infine che lo smart working ha anche dei benefici a livello sociale, ad esempio si riduce l’esigenza di spostarsi il che si traduce in meno traffico e meno inquinamento, i dipendenti in questo modo hanno la possibilità di gestire il proprio tempo liberamente senza compromettere i risultati aziendali, un maggiore senso di libertà commisurato alla maggiore responsabilizzazione del dipendente sul risultato finale più che sulla mera esecuzione del lavoro.
Caro imprenditore, sappi che nemmeno in questo momento sei solo, ti aspetto Giovedì 19 Marzo alle ore 12:30 sulla mia pagina facebook per confrontarci insieme su come affrontare questo momento di opportunità e sarò lieta di supportarti con la mia esperienza personale.
Se vuoi scoprire come ripartire dopo l’emergenza coronavirus ti aspetto nella diretta.